Newsletter aprile

Carissime colleghe e carissimi colleghi,
in questi giorni in cui la primavera sembra trionfare solo fuori dalle finestre dietro i cui vetri prosegue la nostra quarantena, la pausa pasquale sarà diversa da tutte quelle che ricordiamo. Sarà un passaggio, questo momento pasquale, più intimo e interiore per tutti, credenti e non credenti.

Sono, questi che ci apprestiamo a trascorrere nell’intimità delle nostre case, giorni che ci offrono ancora un’occasione per guardare dentro noi stessi e interrogarci su quel che ritroveremo, là fuori, quando il lockdown finirà. Sono giorni che occorrerà non sprecare, prima che l’urgenza di tornare alla normalità travolga ogni domanda su quale normalità si potrà/dovrà ripristinare e cosa invece, di quella normalità, non potrà/dovrà essere recuperato.

A partire dalle pieghe della nostra società in cui sono emerse le migliori risposte a questa crisi, occorrerà reinventare relazioni e strutture sociali che sperimentino il perseguimento dei valori pubblici e la cura dei beni comuni. Pratiche sociali e assetti istituzionali, che nell’emergenza hanno mostrato tutta la loro inadeguatezza, così come la indesiderabilità degli esiti sociali e delle perverse ecologie globali cui conducono, dovranno invece essere ripensati e radicalmente trasformati.

Solo così la fine del lockdown potrà essere non solo graduale nei tempi, ma meditata e riflessiva nei modi. Non sarà una semplice ricostruzione, come dopo una guerra; ma un ri-cominciamento, una rinascita, dopo un periodo drammatico che ci ha messi di fronte non tanto alla fragilità nei confronti della malattia e della morte – averla rimossa è semmai la questione – quanto alla vulnerabilità dei nostri assetti sociali e istituzionali ed alla loro inadeguatezza di fronte alle sfide globali. Si tratta di temi e questioni propriamente sociologiche.

Nei giorni in cui le Università chiudevano e la didattica si trasferiva sulle piattaforme online, la sociologia italiana non ha interrotto il suo lavoro di ricerca che si è, al contrario, intensificato – sia pure con strategie d’indagine rimodulate e ridefinite dalle esigenze di distanziamento sociale. L’AIS è stata al servizio dei suoi soci e delle sue socie, aprendo il suo Forum a ogni contributo alla comprensione delle dinamiche sociali che accompagnavano il diffondersi della pandemia. Ha contribuito, condividendoli sul sito e sui social, a diffondere gli interventi dei sociologi sui media e a dare diffusione alle diverse call, indagini e iniziative di ricerca che venivano attivate sull’emergenza in corso.

L’auspicio è stato da subito che questa emergenza diventasse occasione di apprendimento collettivo: che motivasse tutte/i noi a comunicare, nella sfera pubblica, la rilevanza del contributo sociologico all’intelligenza collettiva dei fenomeni sociali, e a fare, sempre più, rete tra noi. Con questo obiettivo, nuove iniziative di coordinamento e di messa a sistema delle diverse competenze sociologiche attivabili sono allo studio del Direttivo e verranno, in collaborazione con le Sezioni, rese al più presto operative.

Toccherà a noi sociologi dare un contributo per far sì che i costi economici e sociali di questi mesi di pandemia e di blocco di tutte le attività non ricadano in maniera sproporzionata sui più fragili e che non si traducano in diseguaglianze di futuro, ma in nuove opportunità di integrazione economica e sociale tra le diverse parti del Paese, tra gli Stati Europei e a livello globale.

È questo, dunque, l’augurio che vi rivolgo: che questi giorni di pausa pasquale segnino il passaggio verso una speranza di rinascita collettiva, che sappia farsi concreta nell’esperienza di ciascuno.

La Presidente
Maria Carmela Agodi

FORUM
Nei giorni in cui le Università chiudevano e la didattica si trasferiva sulle piattaforme online, abbiamo voluto sottolineare che la sociologia italiana continuava il suo lavoro di ricerca, pur con i vincoli dovuti al rispetto delle limitazioni suggerite da OMS e ISS e dai decreti governativi.

L’AIS, vicina ai suoi soci ed alle sue socie, ha dichiarato prontamente la propria volontà di sostenere e diffondere ogni contributo alla comprensione delle dinamiche sociali che accompagnano la pandemia ed ai modi per orientarle riflessivamente, sostenendo le capacità di innovazione e di rinforzo dei legami sociali e dei valori pubblici condivisi – in un contesto di democrazia in cui il pensiero critico è una risorsa preziosa.

Ci siamo detti che l’epidemia e l’emergenza in corso potevano rivelarsi, anche per i sociologi, occasione di apprendimento collettivo: motivando tutte/i noi sia a comunicare, nella sfera pubblica, la rilevanza del contributo sociologico alla intelligenza collettiva dei fenomeni sociali, che a fare, sempre più, rete tra noi.

Vogliamo adesso dar seguito concreto all’idea, lanciata in quei giorni, spingendoci oltre quanto sin qui fatto, con la diffusione del video di UNICAL e di alcuni articoli pubblicati sulla stampa estera.

Al fine di convogliare idee, riflessioni e osservazioni dirette su quanto sta accadendo, in un dibattito che ne valorizzi gli spunti e li renda condivisibili e produttivi di nuove prospettive di indagine, vi proponiamo uno spazio di discussione – sotto forma di Forum – che trattando dell’emergenza contribuisca a far emergere una nuova sociologia pubblica, in un Paese nel quale la nostra presenza è ancora poco visibile.

Il forum che apriamo sul sito AIS, dove raccoglieremo contributi che vorrete mandarci sotto forma di brevi video, immagini, testi – vuole essere uno spazio il più possibile aperto, esercizio insieme di immaginazione sociologica e di democrazia, volto a fare emergere un’autocomprensione critica della particolare contingenza sociale che stiamo attraversando, delle condizioni che l’hanno resa possibile, delle conseguenze che potranno derivarne – la cui utilità, nei nostri intenti, andrà ben oltre il superamento dell’emergenza covid-19.

Siete tutte/i invitati a partecipare con le vostre idee, le vostre proposte di ricerca e di interpretazione critica inviando il materiale a forum@ais-sociologia.it

SOCIOLOGIA ITALIANA IN CLASSE A
Sociologia italiana, la Rivista AIS, ha ottenuto la collocazione in Classe A per tutti settori sociologici. Per il raggiungimento di questo risultato un ringraziamento va alla Redazione che con il numero in uscita conclude brillantemente il suo impegno triennale, svolto sotto la Presidenza di Enrica Amaturo. Disponibilità alla condivisione del lavoro redazionale, tenacia nel perseguimento dell’obiettivo ed entusiasmo di tutti i componenti della Redazione sono stati fondamentali per ottenerlo.

Un riconoscimento a parte è dovuto a Marita Rampazi, condirettrice della rivista in questo ultimo triennio, che sin dalla nascita della rivista, voluta da Antonio De Lillo e poi realizzata sotto la Presidenza di Alessandro Bruschi e proseguita con il Direttivo presieduto da Paola Di Nicola, ha sostenuto con convinzione, impegno personale, e tanta determinazione questo progetto e questo obiettivo.

La qualità che oggi viene riconosciuta alla rivista va tuttavia considerata come esito di un’impresa corale, a cui hanno dato impulso i membri di tutte le Redazioni passate, i componenti del Comitato Scientifico e tutte le colleghe e i colleghi con i loro saggi, articoli, interviste, recensioni e il lavoro di peer review; le Sezioni dell’AIS, con le loro proposte di Focus tematici, l’AIS tutta che alla rivista ha contribuito a conferire riconoscibilità e identità specifica. Di essere all’altezza del risultato raggiunto, la Redazione e il Direttivo che adesso la prendono in carico si sentono responsabili: la Rivista dovrà consolidarlo, rendendosi ancor più riconoscibile e apprezzata nel panorama nazionale e in quello europeo. Insieme ce la faremo.

Ancora grazie e a tutte e tutti, con gli auguri di buon lavoro per il prossimo futuro!

La lista aggiornata delle Riviste sociologiche di classe A

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