È con grande dolore che annunciamo la scomparsa di Fausto Colombo, una figura chiave negli studi sui media, a lungo attivo nell’AIS, prima come membro del direttivo dal 2003 al 2006 e poi Coordinatore della Sezione Processi e Istituzioni Culturali dal 2011 al 2014.
La notizia della scomparsa di Fausto Colombo, avvenuta dopo un’intensa battaglia contro la malattia, lascia sotto shock i molti allievi che hanno avuto il privilegio di averlo come mentore durante i loro anni formativi e oltre, così come i numerosi amici e colleghi con cui ha mantenuto un profondo scambio intellettuale.
Fausto Colombo si è laureato in Filosofia nel 1978 all’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove ha svolto la sua carriera accademica, diventando professore ordinario nel 2003, nella Facoltà di Scienze Politiche, e direttore del Dipartimento di Comunicazione dal 2013 al 2024. Nello stesso Ateneo ha fondato e diretto per 18 anni (fino a dicembre 2012) OssCom – Centro di Ricerca sui Media e la Comunicazione. Nel 2015 ha inoltre ricoperto la Cattedra UNESCO in Comunicazione Internazionale presso l’Université Stendhal di Grenoble, ed è stato eletto membro dell’Academia Europea nel 2016.
Con il suo contributo intellettuale e la sua generosità organizzativa, Fausto Colombo ha svolto un ruolo centrale nello sviluppo degli studi sui media, prima in Italia e poi in tutta Europa. Nel contesto italiano, è stato una figura chiave nella transizione dagli approcci semiotico-filosofici tipici della scuola italiana fino agli anni ’90 ad approcci sempre più informati da sensibilità politologiche e sociologiche. Allo stesso tempo, ha contribuito attivamente a rompere l’insularità del mondo accademico italiano, inserendola saldamente nel dibattito accademico internazionale.
I suoi principali interessi di ricerca comprendevano lo studio delle industrie culturali, della cultura popolare e del rapporto tra media e generazioni, ma la sua curiosità intellettuale, la lucidità nel percepire le tendenze emergenti e l’acutezza analitica nell’interpretarle come parte di processi più ampi hanno reso il suo contributo essenziale per l’intero campo degli studi sui media.
Fausto Colombo non ha mai considerato il lavoro intellettuale come fine a se stesso, ma come parte di un più ampio impegno civico e politico, mai di parte ma sempre attento alle opportunità e ai rischi posti dalle trasformazioni dei fenomeni mediatici e comunicativi per le nostre democrazie e comunità. Ha insegnato ai suoi studenti e allievi a evitare sia la tentazione di una teorizzazione astratta e autoreferenziale che le insidie di uno sterile empirismo.
L’eredità di Fausto Colombo risiede però anche anche nella sua visione del lavoro intellettuale e della produzione accademica come attività profondamente umane e intrinsecamente relazionali, in grado di resistere alle pressioni disgregative e individualizzanti dell’accademia neoliberista: la sua attenzione agli altri come individui e la sua dedizione alla costruzione di relazioni profonde e strette con colleghi e collaboratori erano, per lui, il fondamento stesso della produzione intellettuale collettiva.
Attivo fino alla fine nel dialogo e nella collaborazione con colleghi e studenti, lascia un vuoto incolmabile ma anche il prezioso esempio del suo approccio umano e intellettuale agli studi sui media.
L’AIS ha chiesto agli allievi di Fausto Colombo un ricordo in occasione della sua scomparsa.