«Corteggia le tue fonti, inseguile» scriveva René Char. Qui un sociologo, Paolo Jedlowski, corteggia le proprie fonti autobiografiche alla luce di un avverbio, intanto, che «spinge a prendere atto del fatto che nella vita siamo connessi ad altri». Nello spazio ibrido di una scrittura che non osserva rigidamente le regole di un’autobiografia e neppure quelle di un saggio, il racconto del vissuto e le riflessioni che suscita all’autore si scambiano continuamente il passo e percorrono Storia e storie, incontrano generazioni e luoghi dell’Italia dagli anni Sessanta ai giorni nostri.