
I Servizi Sociali dall’emergenza alla pianificazione: le sfide per il welfare del futuro
Call for Abstract
Sezione monografica n. 3/2022 della rivista Autonomie Locali e Servizi Sociali.
Quadrimestrale di studi e ricerche sul welfare
di:
Elena Allegri (Università del Piemonte Orientale), Teresa Consoli (Università di Catania) e Alessandra Decataldo (Università di Milano Bicocca)
Il quadro generale
I servizi sociali sono attualmente oggetto di una potenziale e importante riorganizzazione in ragione dell’approvazione del Secondo Piano Nazionale dei Servizi Sociali 21/23, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e della pressione inferta dalla pandemia sull’accesso ai servizi territoriali.
L’emergenza da COVID-19, manifestatasi all’interno di un sistema di welfare regionalizzato e profondamente frammentato, ha evidenziato i molti limiti dei servizi sociali, gli effetti di un decentramento politicamente a-cefalo e la difficoltà nell’interpretare e fronteggiare le profonde disuguaglianze che il nostro paese ha progressivamente manifestato nel corso dell’ultimo ventennio. L’emergenza ha però messo in luce anche nuove strategie e forme di resilienza di servizi e professioni, ha mostrato una inaspettata capacità di adattamento e di creatività delle professioni sociali e ha ancor più evidenziato l’importanza del lavoro di rete, dell’uso integrato di dati, tecnologie e piattaforme nonché l’emergere di nuove forme di prossimità territoriale.
L’attuale fase storica sollecita pertanto sia professionisti che studiosi a esercitare capacità (auto)critica nello svelare le molte retoriche sul nostro sistema di interventi e servizi e alimentare un percorso di riflessione per leggere i cambiamenti in atto su obiettivi e strumenti del welfare ed efficacemente ri-programmare i servizi sanitari, sociosanitari e socio- assistenziali territoriali.
L’approvazione del Secondo Piano Nazionale degli interventi e dei Servizi Sociali insieme al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza costituiscono, quindi, un banco di prova per le conoscenze e le pratiche sul welfare elaborate in questo ultimo ventennio e offrono uno scenario di finanziamento e di strutturazione del welfare che, se non intercetta le dinamiche decisionali territoriali e nazionali già strutturate, rischia di lasciare in ombra gli obiettivi di contrasto agli squilibri e alle disuguaglianze sociali. Resta quindi aperta la questione di monitorare, innanzitutto, quali apprendimenti verranno acquisititi e in che modo nelle politiche e nei progetti attualmente elaborati da politici e tecnici e nei saperi e nelle azioni dei professionisti.