Ed. it. a cura di Ciro Tarantino
Con questo libro, oltre quarant’anni fa, Robert Castel avvertiva che stavamo entrando in un’era post-psichiatrica e post-psicoanalitica: quella psichiatria che aveva cercato di farsi sociale distaccandosi dal ghetto asilare stava tornando all’ovile della medicina e la psicoanalisi stava annegando nella cultura psicologica generalizzata che aveva contribuito a promuovere. Occorreva, allora, rintracciare la nuova formula di gestione del sociale che si andava organizzando attorno a un polo centralizzato di prevenzione dei rischi e a un polo apparentemente conviviale di presa in carico delle fragilità. Si trattava di ricostruire una rete molto complessa fatta di perizie, valutazioni, assegnazioni e distribuzioni delle popolazioni, ma anche di lavoro sulla normalità, perché l’ordine post-disciplinare che si stava delineando passava più dalla programmazione dell’efficienza che dall’imposizione di vincoli. Questo piano di governamentalità è ancora largamente attuale.